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Saper ascoltare

Autostima: benessere emotivo e relazionale
Autostima: benessere emotivo e relazionale
31 Gennaio 2024

Dire che nelle relazioni interpersonali è importante ascoltare sembra un’ovvietà.

Ma in realtà risulta essere una delle operazioni mentali più complesse e difficili, è più facile trovare persone disposte a parlare e spiegarci cosa e come dovremmo fare, che non persone concentrate e attente al nostro punto di vista.

Vediamo quale ricaduta può avere nelle relazioni un buon ascolto o un cattivo ascolto.

Per ascolto efficace non si intende semplicemente stare in silenzio e aspettare il proprio turno di parola, per quanto questo sia un prerequisito indispensabile nella comunicazione. È necessario, invece, un reale interesse e una sana curiosità verso l’altro che deve essere pensato come colui che può contribuire in termini di idee e suggerimenti.

Se si parte dal presupposto, spesso diffuso da ambo le parti, che “io ho ragione e tu hai torto”, il dialogo diventa un tentativo di convincere l’interlocutore che sta sbagliando e che deve cambiare idea, assistendo spesso a forme di comunicazione in cui nessuno ascolta e tutti parlano.

Ascoltare significa, invece, accettare che gli altri possano avere ragione, dunque essere disponibili a cambiare idea e a farsi disturbare dal pensiero diverso dal nostro, mettendo in discussione e modificando i propri schemi mentali. Questo tipo di approccio richiede da parte del soggetto che lo esercita una certa dose di flessibilità personale e di autocritica. La possibilità di cambiare opinione, attraverso il confronto, deve essere visto non come un segno di debolezza o come una potenziale perdita di autostima e di identità, ma come un’opportunità, una chance di arricchirsi e migliorarsi.

In questa prospettiva, l’ascolto si avvicina al concetto di empatia che potrebbe essere tradotto con la capacità di comprendere e condividere i sentimenti, le emozioni e le prospettive degli altri. È un elemento fondamentale nelle relazioni interpersonali, che coinvolge l’abilità di mettersi nei panni delle altre persone, comprendere le loro esperienze e rispondere in modo appropriato alle loro emozioni. Essere empatici non rappresenta solo un prerequisito all’ascolto efficace, ma anche alla costruzione di relazioni significative.

In questo discorso non bisogna confondere l’essere empatici con l’essere proiettivi, processo mentale piuttosto comune. La proiezione è un meccanismo di difesa attraverso il quale le persone attribuiscono i propri pensieri, sentimenti o desideri indesiderati ad altri, che non riescono ad accettare e riconoscere in se stessi. Questa condizione non permettere di capire realmente il nostro interlocutore, di ascoltare le sue idee, le sue ragioni, le sue emozioni, mettendoci al riparo dalla fatica del confronto e della messa in discussione.

Dunque, con ascolto si intende un atteggiamento mentale di attenzione e interesse, unito alla capacità di cogliere i pensieri e stati d’animo delle persone che si relazionano con noi. A questo si può ancora aggiungere che un ascolto efficace deve stare al riparo dall’azione negativa del pregiudizio. I pregiudizi possono avere svariate origini: personali, storiche, sociali, razziali; in ogni caso l’effetto è sempre lo stesso: anziché ascoltare per capire e quindi valutare, si giudica chi si ha di fronte prima ancora di averlo ascoltato, sulla base di valutazioni precostituite.

Tutti noi siamo intrisi di pregiudizi, ma essendo impossibile non averne, occorre provare a sperimentare uno stato di attesa, di sospensione del giudizio, lasciando all’altro lo spazio e il tempo di esprimersi e di chiarirsi.

Maslow, psicologo statunitense che studiò a fondo “la motivazione”, ha evidenziato come tra i bisogni fondamentali delle persone vi sia la stima e il rispetto, un vero e proprio “nutrimento” emotivo per la mente.

Nella relazione interpersonale e in particolare nei processi di comunicazione, si ritiene che la “stima” si manifesti soprattutto attraverso un ascolto efficace. Ascoltare e capire cosa pensa il collega o l’amico è come se, implicitamente stessimo dicendo che il suo punto di vista per noi è importante e, quindi, lui stesso come persona è significativo. Visto in questi termini, l’ascolto diventa la forma più vera e profonda di rispetto verso le persone che incontriamo, che conosciamo, con le quali lavoriamo, perché è proprio nell’impegno e nell’attenzione dedicata a capire il loro punto di vista che si esprime la nostra considerazione. Non va poi trascurato il fatto che ascoltare permette di essere ascoltati: la persona che si sente considerare e valorizzata da un buon ascolto sarà molto più disponibile a sua volta ad ascoltare. Al contrario, chi pensa che l’unico modo per avere la giusta attenzione sia prevaricare, interrompere, imporsi o urlare e sbraitare, in genere dopo un po’ non viene più ascoltato da nessuno.

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