Chiunque li abbia provati, gli attacchi di panico, sa di cosa stiamo parlando, perché sono un’esperienza terribile, difficile da dimenticare che rischia seriamente di creare un vero e proprio spartiacque nella vita.
C’è un prima e c’è un dopo questi eventi, e il dopo spesso è molto più angosciante. Per questo la maggior parte delle persone che iniziano un percorso terapeutico per fronteggiare questo disagio, esprimono il desiderio di riappropriarsi della loro esistenza, perché dopo il primo episodio non è più come prima.
L’attacco di panico lo si può considerare come la più estrema, intensa e terribile manifestazione della paura che possa esistere, e non a caso, la radice etimologica fa riferimento al dio Pan che, nella mitologia greca, si racconta avesse un aspetto terribilmente spaventoso, reso ancora più minaccioso dal mostruoso urlo che gridava a chiunque osasse disturbare il suo riposo nei boschi nei quali era solito addormentarsi.
Ai sintomi della paura portati alle estreme condizioni si aggiunge un’ansia molto intensa, tachicardia, fiato corto, la paura di impazzire e la paura di morire o entrambe. Sono eventi che possono presentarsi in qualsiasi momento e spesso sono associati a periodi di forte stress e stanchezza.
A partire dal primo episodio, la vita subisce una radicale trasformazione, nel timore che possa essercene uno successivo, la persona evita sistematicamente sia gli ambiti che hanno un qualche legame con quelli nei quali si è sviluppato il primo attacco, sia i luoghi nei quali si teme di non poter ricevere soccorso qualora ne insorgesse un altro.
Quando si presentano frequentemente in un breve lasso di tempo si parla di disturbo di panico, perché accompagnato dal timore che l’attacco possa ripetersi.
L’ansia anticipatoria è chiamata anche “paura della paura” in quanto fa riferimento al fatto che, una volta strutturato il problema, l’ansia comincia a occupare gran parte dei pensieri con il timore di stare male e vivere emozioni ingestibili, la paura della paura, appunto. Con l’ansia anticipatoria il disagio fa un salto di qualità in senso negativo, questo è un meccanismo ben noto a chi soffre di attacchi di panico perché finisce per diventare la struttura portante del proprio disagio.
Il trattamento per il disturbo di panico prevede generalmente, oltre all’utilizzo di farmaci l’utilizzo di tecniche di rilassamento, colloqui clinici e psicoterapia.